Diano Marina - Guida Turistica

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 Se prima gli antichi abitatori liguri e successivamente i conquistatori romani, non solo scelsero di creare in Diano Marina un insediamento, ma addirittura di dedicare tutta l'area boscosa, prima al dio Bormano e poi alla dea Diana, significa che l'amenità del luogo era incomparabile. Sicuramente come il viaggiatore antico anche quello moderno non appena doppiato a levante il Capo Cervo e a ponente il maestoso Capo Berta, non può astenersi da una ammirata esclamazione di fronte ad uno spettacolo di qualità ambientale rimasta inalterata. La città non è particolarmente ricca di monumenti e chiese. La chiesa parrocchiale, dedicata a Sant'Antonio Abate, fu edificata negli anni 1862/1865. Di stile neoclassico, retta da venti importanti colonne con capitelli compositi ionici-corinzi, fu costruita con la spesa di L. 75.000, sostenute dalla popolazione, con un contributo del Comune e dei dianesi emigrati in Argentina. Nella chiesa si ammirano bellissimi altari di fattura barocca; una custodia di olii santi rinascimentali, datata 1506; un organo liturgico del 1888. Lungo la via Aurelia nella zona denominata Sant'Anna, si scorge, accanto ad un condominio, la piccola chiesa privata di stile barocco dedicata alla Santa, con pianta centrale e cupola ricoperta delle tipiche scaglie di ardesia.
  La località, che prende il nome dal luogo di culto, offre al turista alberghi, luoghi di ristoro, località per il divertimento. Nella zona di fronte al porto, ma lungo il corso Garibaldi, si trova il medioevale oratorio della Santissima Annunziata, invertito nell'orientamento e rifatto nella facciata dopo il 1887. All'interno si conservano preziosi affreschi quattrocenteschi. In un paesaggio costruito da un insieme di campi coltivati e di serre alternati a moderne case agricole e a rari, vetusti fabbricati rurali, tra i quali la caratteristica Ca' Rossa, che ha dato il nome alla strada compresa tra la via Aurelia e via San Siro, si possono ancora vedere tra le serre i resti della piccola chiesa paleocristiana ( X sec.) dedicata al Santo Vescovo. Gli scavi archeologici hanno evidenziato un edificio con abside semicircolare volta a Ponente e hanno messo in luce avanzi di strutture e reperti ceramici databili al III sec. d.C., permettendo di ipotizzare l'esistenza nello stesso luogo di un edificio romano di età imperiale. Sono stati inoltre rilevati nelle strutture della chiesa rifacimenti del sec. XVI, attuati prima del trasferimento del culto del Santo nella vicina grande casa padronale, con proprietà cinta da alti muri, denominata "Mulino di San Siro". La decisione di allestire un museo risale al 1952, imposto dall'esigenza di disporre di un luogo idoneo a raccogliere il materiale archeologico e storico della zona, individuando la sede in alcune sale del secondo piano del Palazzo del Parco, già sede della Biblioteca Civica. Nei vari ambienti sono esposti in vetrina i reperti archeologici provenienti dagli scavi nell'area del Lucus Bormani (ossia resti pre-romani, romani e medievali, rinvenuti durante i lavori alle fondazioni dei nuovo Palazzo Comunale ed in via Villebone), la stratigrafia e gli avanzi della tomba pre-romana trovata nel 1966 in corso Roma e altre testimonianze dell'età Repubblicana e Medio-Imperiale.
  Vi si possono ammirare anche prove dell'esistenza di un insediamento che dall'epoca Repubblicana si protrasse fino alla tarda romanità, una tomba "a cappuccina" (sec. IV - V d.C.), la costruzione ipotetica di un ipocausto e l'iscrizione funeraria romana (metà I sec. d.C.), rinvenuta nel 1960 presso la chiesa di San Nicola a Cervo. Sono state sistemate, inoltre, le anfore di terracotta recuperate dalla nave romana "Felix Pacata" nei fondali a circa un miglio dalla costa. Un settore dedicato alla paleontologia del dianese con fossili, animali, vegetali e rocce. Altre due sezioni contengono cimeli e documenti dell'età napoleonica e del Risorgimento tra cui oggetti appartenenti al garibaldino dianese: Andrea Rossi, pilota dei mille nel 1860. Terra di antiche origini, ricca di tradizioni, legata ai culti religiosi ed ai cicli della natura, il dianese vive solo parte delle ricorrenze di un tempo, mentre ha sviluppato negli ultimi decenni manifestazioni artistiche, sportive e popolari che costituiscono un forte richiamo per turisti e residenti. Oltre alle feste patronali celebrate con grandi solennità nelle parrocchie dei vari paesi del territorio, con processioni accompagnate spesso dal Banda Municipale, le festività religiose di maggior interesse per la loro spettacolarità sono: il "Corpus Domini" in giugno, la "Madonna del Carmine" a metà luglio, l'Assunzione di Maria Vergine a ferragosto.
  La solennità del "Corpus Domini" fu istituita nel 1246. Attraverso i tempi la solennità liturgica ed il folclore si sono intrecciati, la processione si è arricchita di una stupenda cornice floreale, infatti una copiosa quantità di petali di fiori viene disposta cromaticamente in splendidi tappeti sulle strade lungo le quali si snoda la manifestazione religiosa. Altrettanto scenografica è la sera di ferragosto, la festa del mare con miriadi di lumi accesi galleggianti sullo specchio acqueo dianese. In onore della Madonna del Carmine si tiene, alla sera, un'emozionante spettacolo pirotecnico che crea effetti suggestivi nel golfo illuminato da mille luci colorate. Di lunga tradizione e di notevole popolarità è il fantasmagorico "carnevale dianese" che si svolge la Domenica seguente il Martedì grasso, richiamando una gran folla anche dagli altri paesi della Riviera. Carri allegorici costruiti dalla locale associazione di volontariato: "Famïa Dianese", si alternano a gruppi folkloristici che aprono la sfilata in una festa di musica e colori.